Ipotiroidismo nel cane: ecco 3 cose che devi sapere
L’ipotiroidismo è una malattia metabolica che, a causa di un malfunzionamento o di un’anomalia strutturale della tiroide, provoca una diminuita produzione di ormoni tiroidei.
La forma primaria è la più comune nel cane e provoca una degenerazione progressiva della ghiandola con conseguente riduzione della quantità di ormoni circolanti.
Rare invece sono le forme congenite.
E’ piuttosto difficile da diagnosticare, proprio perché si manifesta in modo silente ed estremamente variabile.
A complicare il quadro, la difficoltà di interpretare la maggior parte dei test diagnostici presenti, perché spesso influenzabili nei risultati da altre malattie o farmaci assunti.
Insomma non è sufficiente inciampare in una diminuzione della concentrazione dell’ormone per dire che sì è ipotiroidismo!
Ipotiroidismo nel cane
Funzionamento e liberazione degli ormoni tiroidei nel cane (e gatto).
La tiroide è una ghiandola posta sotto il collo, attorno alla trachea.
E’ di fondamentale importanza per tutto il metabolismo e la vita del cane. E’ stimolata dal cervello a produrre due ormoni principali: la T4 (L-Tiroxina) e la L-tetraiodotironina, per gli amici T3.
In realtà, come sempre accade in questioni di ormoni, le cose sono un pochino più complicate e te le devo spiegare, sempre in breve e sempre cercando di semplificarle, al fine di farti ben capire dopo, quali siano le difficoltà che si incontrano nella diagnosi.
E’ il cervello, o meglio l’ipofisi che regola la produzione degli ormoni tiroidei e a sua volta l’ipofisi è regolata dall’ipotalamo.
L’ipotalamo dice all’ipofisi (attraverso la produzione di TRH) di produrre TSH, per dire alla tiroide di produrre T4 ed una piccola quantità (circa il 20% del primo) di T3 .
Quando gli ormoni vengono rilasciati dalla ghiandola entrano nel circolo sanguigno, per essere trasportati nei tessuti e lo fanno per la maggior parte grazie ad un legame con altre proteine.
Soltanto una piccolissima parte (meno dello 0.05% circa di T4 e 0.5% di T3 [1]) arriva a destinazione libero ed è proprio questa frazione che ha la funzione di bloccare la liberazione ulteriore di ormone.
Si dice che ha la funzione di feedback negativo, cioè quello specifico meccanismo che utilizza l’organismo per accorgersi che una certa sostanza è stata rilasciata in quantità sufficiente e quindi non è più necessario liberarne altra.
La T4 e T3 libera, identificate con la sigla f-T3 e f-T4 sono quindi responsabili della produzione di ormone da parte della tiroide, a prescindere dalla quantità di ormone circolante totale a livello del circolo.
Quindi in pratica abbiamo una T4 Totale (TT4), composta dalla componente libera e quella legata ad altre proteine. Questa può subire variazioni, pur non influenzando la concentrazione di T4.
Quando la f-T3 e f-T4 arrivano nei tessuti di destinazione, avvisano l’ipotalamo di dire all’ipofisi, di dire alla tiroide di smettere di produrre ormoni tioriodei.
Uff… che fatica eh?!!
Bene, andiamo avanti.
Che funzione hanno gli ormoni tiroidei?
Sono molto importanti.
Considerati dei fattori di crescita, hanno funzione di regolazione del metabolismo basale di ogni cellule. Impiegano ore o giorni ad essere efficaci, ma poi agiscono in tutto l’organismo.
Una delle funzioni più importanti è la calorigenesi: la capacità di far sopravvivere in ambienti particolarmente freddi l’organismo.
Ma hanno altre funzioni fondamentali:
- regolazione del metabolismo degli zuccheri, grassi e colesterolo,
- azione di stimolazione della sintesi delle proteine (di tutti i tessuti),
- azione sulla crescita e mineralizzazione dell’osso e molte altre.
Perché si instaura l’ipotiroidismo nel cane? vediamo le cause.
L’ipotiroidismo è una carente produzione di ormoni da parte della tiroide che, per il 95 % dei casi insorge in animali adulti.
Solo nel 5% è di origine congenita e quindi manifesta in soggetti giovani. Una predisposizione pare (comunque rara) in cani di razza Toy Fox Terrier.
Nei pazienti affetti da forma congenita (quindi dalla nascita) si manifesta soprattutto una scarsa capacità di accrescimento e gli animali sono affetti da nanismo.
Anche una carenza di iodio può provocarlo, ma una dieta equilibrata scongiura tale evenienza ed oggi è dunque molto rara.
Dicevamo però che il 95% dei cani affetti da ipotiroidismo è adulto.
A seconda che la riduzione dell’ormone, sia causata da disfunzioni dell’ipofisi, ipotalamo o tiroide si distinguono diverse forme di ipotiroidismo, ma è la forma primaria, in cui si ha un progressivo processo degenerativo della ghiandola tiroide ad essere la più frequente in assoluto.
Questa viene infiltrata da parti cellulari (linfociti) che non consentono quindi la normale produzione di ormoni.
E’ una infiammazione della tiroide immunomediata, con una presenza di autoanticorpi (Anti-TG) che interferiscono con i precursori degli ormoni stessi (Tg-Tireoglobulina).
Il processo quindi, pare sia di tipo autoimmunitario, ma non se ne è ancora compreso esattamente il meccanismo.
Altre cause ma decisamente più rare sono:
- ipotiroidismo centrale: in cui c’è una ridotta stimolazione della ghiandola da parte dell’ipofisi,
- tumori della tiroide,
- iperplasia adenomatosa.
Esiste poi, una forma idiopatica, cioè a causa sconosciuta che è molto frequente e per alcuni autori, pare essere la forma primaria in stadio avanzato.
La degenerazione, a cui va incontro la ghiandola è lenta e solo quando arriva a distruzione di circa il 75% del parenchima (tessuto) diventa sintomatica.
In questa fase, inoltre non si rinvengono autoanticorpi.
In entrambi le situazioni comunque la ghiandola va incontro a degenerazione ed il suo parenchima funzionale va gradatamente ad essere sostituito da tessuto connettivo, che non è quindi più in grado di liberare gli ormoni.
La presenza o assenza di autoanticorpi, non è sempre probante (non possono quindi essere in assoluto identificati come markers) nonostante in più del 50% dei cani con ipotiroidismo si abbia la presenza di anticorpi anti-TG.
Tip:
Cosa sono i markers? Sono dei parametri (del sangue ad esempio) che possono essere valutati in base alle loro modificazioni in assenza o presenza di malattia.
A volte, il danno immunologico, può coinvolgere anche altre ghiandole e uno studio ha messo in evidenza come, raramente si possa instaurare una sindrome che può comportare anche la presenza di diabete mellito.
Ipotiroidismo nel cane: i sintomi
Come fai ad accorgerti che il cane è affetto da ipotiroidismo?
La tua osservazione in questa fase è molto importante perché solo tu conosci davvero il tuo peloso e solo tu puoi accorgerti di mutamenti che possono avvenire anche in tempi molto lenti.
Come abbiamo visto gli ormoni tiroidei regolano il metabolismo delle cellule di tutti i tessuti, e quindi una loro diminuzione fa si che ci sia una disfunzione di tutti gli apparati, in tempi diversi di insorgenza.
La malattia si manifesta raramente agli stadi iniziali, che porta a sintomi evidenti solo quando la distruzione del parenchima ghiandolare raggiunge livelli notevoli (il 75% come abbiamo già visto).
Il cane viene portato normalmente per una riduzione delle attività fisiche e mentali:
- ottundimento delle capacità sensoriali,
- letargia (35% dei casi),
- riluttanza al movimento (12% dei casi),
- aumento del peso (48% dei casi),
- appetito inalterato o ridotto,
- maggior sofferenza ed intolleranza al freddo (10% dei casi).
Ma soprattutto il proprietario si accorge di alcune modificazioni eclatanti a livello cutaneo:
- alopecia (coda di topo),
- iperpigmentazione,
- pieghe cutanee profonde,
- edema (gonfiore) facciale.
Sulle lesioni cutanee, possono esserci concomitanti infezioni secondarie da Malassezia, proprio perché, quando si instaura questa patologia si ha anche una riduzione degli acidi grassi che riduce ulteriormente anche le difese della pelle.
I sintomi di esordio, sono veramente molto variabili e spesso non si arriva a comprendere che sono dovuti all’ipotiroidismo.
Le alopecie ad esempio possono essere confuse con altre malattie metaboliche, come la Sindrome di Cushing.
Raramente si possono manifestare anche crisi convulsive.
Sono più frequentemente colpiti cani di età superiore ai 7 anni e pare esserci anche una predisposizione di razza:
- Golden Retriver,
- Doberman,
- Labrador Retriver,
- Cocker Spaniel
- Setter inglese e Irlandese,
- Rhodesian Ridgeback,
- Boxer,
- Bassotto,
- Alano,
- Beagle,
- Borzoi,
- Barbone,
- Schnauzers.
Ipotiroidismo nel cane: che esami fare per la diagnosi?
La prima valutazione da fare, è capire se ci possano essere, per escluderle, altre malattie concomitanti, anche perché come abbiamo visto, sono pochi i sintomi patognomonici (significativi di malattia).
Quindi è sempre utile fare un generico esame del sangue (emocromocitometrico).
La presenza di lieve anemia e ipercolesterolemia, potrebbero essere un primo segnale di malattia.
Anche l’esame delle urine è utile per escludere altre forme patologiche (soprattutto l’iperadrenocortisolismo)
Esami specifici per l’ipotiroidismo nel cane.
Abbiamo visto che in circolo si possono ritrovare quattro forme ormonali principali:
- T4 (come forma coniugata ad altre proteine);
- f-T4 (in forma libera);
- TT4 (la quantità totale di T4 + f-T4).
- T3;
- f-T3;
Per verificare la funzione della ghiandola dunque, è importante misurare la quota di ormone che viene da essa prodotta (la T4 soprattutto, visto che una alta percentuale di T3, deriva da una trasformazione della T4, quando arriva nei tessuti).
Istintivamente verrebbe da valutare la TT4.
Questa misurazione però non è probante, in quanto troppo influenzata da situazioni che ne possono inficiare il risultato, sia nel suo aumento che nella diminuita concentrazione plasmatica.
La presenza di autoanticorpi anti T4 ad esempio, potrebbe portare a risultati sfalsati, per interferenze sul test (ti ricordi ? nella fase iniziale della malattia c’è una componente autoimmunitaria).
Livelli elevati di TT4, senza altri sintomi si potrebbero rilevare anche in caso di somministrazione di frattaglie crude o trachee essiccate. (Köhler et al. 2012)
Ciononostante però, quando alla misurazione si accerta una ridotta quantità di TT4 bisogna fare attenzione alla possibile concomitanza di altre patologie o farmaci che ne riducono la concentrazione, in quanto quasi tutte le malattie non tiroidee provocano una riduzione di questo parametro:
- stati infiammatori gravi,
- traumi chirurgici,
- ridotto apporto calorico,
- insufficienza renale,
- insufficienza epatica,
- sindrome di Cushing,
- diabete mellito,
- altre malattie metaboliche.
Anche molti farmaci hanno questo effetto:
- sulfamidici,
- fenobarbitale,
- glucocorticoidi (anche somministrati localmente, come pomate),
- diuretici ecc.
Ecco perché è necessario effettuare degli altri test (purtroppo piuttosto costosi) per poter arrivare ad avere una diagnosi corretta.
Valutazione della Tiroxina libera f-T4
Esistono due metodiche differenti:
- la f-T4d (dialitica): è piuttosto specifico, cioè una sua riduzione nel valore è significativo nel 93% dei casi di malattia
- CLIA (chemioluminescenza): questo test, pare essere assimilabile alla misurazione della TT4 e dunque poco significativo anche se non tutti gli autori sono concordi con questa teoria.[2,3,4]
Test di stimolazione del TSH (ormone ipofisario).
Abbiamo visto che la tiroide produce ormoni quando l’ipofisi glielo ordina, producendo TSH.
Allo stesso modo però, gli ormoni tiroidei (sia T3 che T4) se diminuiscono in quantità, non riescono ad avvertire l’ipofisi di smettere la produzione di TSH in circolo.
Viene cioè a mancare l’effetto di feedback negativo, importante per l’equilibrio ormonale.
Se quindi, c’è un aumento di TSH in circolo, è presumibile pensare che ci sia una riduzione di ormoni tiroidei prodotti.
In presenza dunque di :
- aumento di TSH,
- ridotta TT4
si può pensare alla possibilità di essere di fronte a malattia, soprattutto se il quadro clinico lo conferma.
Ciononostante non è sempre detto che questa situazione avvenga, soprattutto perché il TSH può comunque essere aumentato in caso di somministrazione di farmaci (sulfamidici ad esempio), e altre condizioni patologiche.
Il sospetto diagnostico potrebbe essere confermato se, a distanza di qualche settimana, ripetendo il test si hanno gli stessi risultati.
Esiste, infine un test definito come gold standard per la certezza diagnostica, il test di stimolazione con TSH, che valuta la capacità della tiroide di produrre ormoni, dopo che si è iniettata una quantità sovrafisiologica di TSH.
Ha però lo svantaggio di essere particolarmente costoso e non tutti i laboratori sono in grado di effettuarlo.
E’ un test che va fatto in diverse fasi:
- si preleva il sangue per misurare la concentrazione del T4 iniziale,
- si somministra TSH (che è un farmaco difficile da trovare e molto costoso anch’esso) ,
- e prelievo dopo 6 ore con valutazione di T4 .
Attenzione ai valori però.
Come al solito in veterinaria la situazione si complica, proprio perché non tutte le razze hanno valori di riferimento uguali.
Così bisogna fare sempre attenzione ad avere dei valori di riferimento corretti, per non mal interpretare dati che non siano significativi di malattia.
Ad esempio i cani di piccola taglia hanno una TT4 più alta rispetto a quelli grandi e che invece gli Whippet ne hanno concentrazioni inferiori.
Altra particolarità, considerando la funzione sulla termoregolazione che hanno questi ormoni, il riscontro di basse concentrazioni di TT4 e T4 nei cani da slitta. [1]
Intervalli specifici di razza sono stati riportati per:
- Levrieri,
- Alaskan Malamute,
- Collie,
- English Setter,
- Golden Retriever,
- Keeshond,
- Samoiedo,
- Siberian Husky,
- Scottish Deerhound,
- Basenji,
- Dogue de Bordeaux.
Ipotiroidismo nel cane: la terapia. Che farmaci usare?
Una volta diagnosticata la malattia, il trattamento è piuttosto semplice e consiste nella somministrazione di farmaci sostitutivi l’ormone per tutta la vita.
Vengono somministrati per bocca a dosaggi decisamente superiori rispetto alla medicina umana, in quanto l’assorbimento intestinale del farmaco è inferiore nella specie canina.
Non stupirti dunque.
Il dosaggio però deve sempre tenere in considerazione eventuali patologie concomitanti, soprattutto di carattere cardiaco.
Esiste una formulazione ad uso veterinario (Leventa ® della Intervet) che viene somministrata per bocca (è in forma liquida, facile da dare quindi) una volta al giorno e lontano dai pasti.
La formulazione ad uso umano di Levotiroxina (Eutirox) necessita di essere somministrata in compresse, in grande quantità, soprattutto nei cani di grossa taglia.
Quando fare i controlli dopo il trattamento?
I controlli da fare per valutare l’andamento della malattia sono consigliati dopo 6/8 settimane, anche per valutare che il dosaggio sia corretto.
4/6 ore dopo la normale somministrazione mattutina del farmaco, viene misurata la TT4.
Livelli sierici di TT4, normali o leggermente superiori alla norma, fanno considerare la terapia come appropriata.
Si consiglia, quindi di tenere monitorata la situazione ogni 6/8 settimane per i primi sei mesi, per poi ridurre i controlli ad intervalli di due all’anno.
La ripresa normalmente è quasi sorprendente con risultati significativi anche dopo solo 2 settimane dall’assunzione del farmaco, che dovrà però continuare tutta la vita.
I sintomi cutanei impiegano qualche settimana invece a regredire.
Bene, anche per oggi è tutto.
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Bibliografia:
- Endocrinologia clinica del cane e gatto. Ad Rijnberk -Hans S Kooistra (eds) Ed. Italiana a cura di F. Fracassi (p.51-52).
- CT Mooney (2011) Canine hypothyroidism: A review of aetiology and diagnosis, New Zealand Veterinary Journal, 59:3, 105-114
- Reusch CE, Gerber B, Boretti FS Serum fructosamine concentrations in dogs with hypothyroidism. Veterinary
Research Communications 26, 531–6, 2002 - J.F. Randolph, et al Free Thyroxine Concentrations by Equilibrium Dialysis and chemiluminescent Immunoassays in 13 Hypothyroid Dogs Positive for Thyroglobulin AntibodyJ Vet Intern Med 2015;29:877–881