Coccidi del cane e gatto: cose da cuccioli? forse, scoprili qui

coccidi del cane

I coccidi del cane e del gatto sono piccoli (microscopici) organismi che parassitano l’intestino, provocando danni anche gravi se non eliminati per tempo, soprattutto nei cuccioli.

Tom è un Pastore Tedesco mesto, molto tranquillo con chi dice lui, lievemente minaccioso con chi non gli sconquifera troppo. Non è proprio di razza pura, è un incrocio con qualcosa che non si sa bene.
Vive insieme a Jerry, un gatto altezzoso ed indipendente, capace di stare ore a guardare l’acqua del ruscello che scorre sotto casa sua, assolutamente immobile, sembrando quei gatti di porcellana che ti accolgono nell’anticamera di casa, silenzioso e fisso.
Che non gli passi un topolino sotto il naso però, perché diventa un baleno e …zac! E’ subito catturato e portato come trofeo in cucina. (Con tutta la felicità dei padroni di casa….)

Tom e Jerry sono arrivati e cresciuti a casa Palladi insieme.
Il fato ha voluto che venissero trovati l’uno accanto all’altro affianco ad un cassonetto, intenti a scavare per cercare qualcosa da mangiare. Tabata non ci ha pensato su due volte: ha fermato l’auto e li ha caricati insieme.

Sono diventati inseparabili ed ora che hanno 15 anni a testa.
In casa è sempre festa per la coppia, ma da qualche tempo i due amici sono un po’ sotto tono.
Sarà per l’età, il tempo passa, o forse la noia, fatto sta che Tabata ha deciso di dare una sferzata di energia alla coppia di casa e di far entrare il terzo incomodo (non sa se cane o gatto).
Vorrebbe portare a casa un cucciolo da mettere insieme ai due vecchietti .
Ha però un timore: nonostante siano in salute teme che i due possano andare incontro a qualche problema sanitario o viceversa, che i due possano dare problemi al piccolo.
Per il suo inserimento si rivolgerà alla nostra esperta comportamentista Dott.ssa Laura Volontè.
Ma per i consigli sanitari si è rivolta direttamente a me.

“Ho sentito parlare di coccidi del cane e del gatto, piccoli parassiti intestinali che non si vedono, non danno sintomi  ma che possono comunque essere presenti nell’animale e che potrebbero così essere infettanti per altri” mi racconta.

Ha letto qualcosa su Internet, ma fidandosi del suo medico di fiducia, ha preferito chiedere a lui, cioè a me.
E’ per questo motivo che ho deciso di scrivere questo articolo, per poter fare chiarezza sui

Coccidi del cane e del gatto. Cosa sono?

coccidi del cane e del gatto

Un coccide di gatto (Isospora spp.) visto al microscopio. Fonte immagine

Partiamo dall’inizio quindi.
I coccidi sono dei protozoi (dei microorganismi composti da una sola cellula).
Questi sono in grado di arrivare all’interno dell’intestino del peloso, replicarsi in forme in grado di  essere espulse con le feci e quindi essere riassunte da altri animali.
Dentro all’intestino creano dei danni anche importanti, a seconda della situazione in cui si trova il soggetto ospitante.

Come vengono assunti dall’animale?

I coccidi infestano l’acqua, il terreno, il pelo in quanto sono davvero molto piccoli (invisibili se non al microscopio), essendo espulsi appunto dalle feci dell’animale infestato.
Potrebbero però essere presenti anche nell’intestino di animali morti, quindi nelle carcasse di roditori, ruminanti, feti ecc. ecc.

Jerry, il gatto, spesso va in giro a caccia di topi, ma anche di mini-lepri (quei coniglietti selvatici che ci sono in campagna) e potrebbe quindi assumere anche da loro i coccidi, soprattutto quando si avvicina alle carcasse che può trovare.

Ma non soltanto lui. Se hai un animale che vive in una scuderia, oppure in una stalla ed in generale a contatto con animali da reddito, avere accesso alle placente, da parte del cane o del gatto, può essere fonte di infezione.

Ma chi sono i coccidi? Vediamo alcuni nomi.

  • La Giardia: responsabile della Giardiasi nel cane,
  • I Toxoplasma: responsabile della Toxoplasmosi del gatto (zoonosi di cui parlo più avanti),
  • Le Isospora, Cryptosporidium, Sarcocystis, Tritricomonas (soprattutto quando c’è sovraffollamento, scarsa igiene ecc.)

Qual è il problema con i coccidi del cane e del gatto? Quali sintomi provocano?

Il problema come sempre è legato allo stato del sistema immunitario del soggetto che viene infestato.
Partiamo dal presupposto che le coccidiosi del cane e del gatto possono essere pericolose soprattutto per i cuccioli ed i gattini, quando le loro difese sono ancora incomplete, quindi soprattutto nei primi mesi di vita.
Sono i piccoli, infatti i soggetti maggiormente esposti e predisposti all’ infestazione.
Lo stesso dicasi per gli animali che hanno una condizione fisica precaria dovuta ad immunodepressione:

  • soggetti anziani,
  • animali malati,
  • che vivono in condizioni igieniche precarie,
  • sovraffollamento,
  • alimentazione scorretta,
  • gravidanza,

sono tutte situazioni che possono predisporre ad una sintomatologia più grave in caso di infestazione da coccidi.

Il sintomo principale in caso di coccidiosi è la diarrea sia nel cane che nel gatto, anche molto forte, tanto da poter provocare scariche invalidanti e dolorose per il piccolo.
Questa si può presentare in modo diverso:

  • con o senza sangue,
  • con o senza muco,
  • può durare un periodo più o meno lungo, o terminare da sola a seconda della condizione di salute.

A volte si associa anche il vomito e se persistono i sintomi (anche a seconda dell’età e della gravità dell’infestazione) possono sopraggiungere complicanze quali la disidratazione, l’anoressia, febbre, perdita di peso, fino alla letargia. Se trascurata la malattia può portare alla morte.

Altre volte è asintomatica, soprattutto se l’animale è in buono stato di salute. Questa è la condizione più pericolosa per altri soggetti, in realtà. L’animale è “portatore sano” per così dire. Non manifesta alcun sintomo ma può essere fonte di infezione.

Soprattutto nella infestazione da Giardia ad esempio, la malattia può essere asintomatica ed avviene il più delle volte.

Nella Cryptosporidiosi invece i segni clinici sono evidenti soprattutto nei cuccioli, con diarrea acquosa, dolori addominali, vomito e ipertermia.
Le infezioni sono, per lo più, autolimitanti: terminano con la fine della fase replicativa del protozoo all’interno dell’intestino, a meno che non sopraggiungano complicanze viralo e/o batteriche, ecco perché la terapia in questi casi è quasi sempre solo sintomatica.

coccidi del cane e gatto

Fonte immagine

Come ci si accorge della presenza del parassita? La diagnosi di coccidiosi.

Una volta presentato il sintomo (la diarrea nel cucciolo ad esempio) è l’esame delle feci lo strumento principale che consente di fare una corretta diagnosi.
L’accorgimento è quello di fare più prelievi a distanza di qualche giorno, in quanto la fase di espulsione del parassita può essere intermittente e quindi una assenza del protozoo non è sempre significativo di assenza vera dall’infestazione (ad esempio in caso di Giardiasi)
Esistono anche dei Kit per verificare la presenza di antigeni, ma non sempre sono necessari test di approfondimento, a meno di casi particolari.
Inoltre la presenza di più ceppi dello stesso protozoo, a volte non consente di essere sicuri del risultato.

La terapia contro le coccidiosi del cane e gatto, cosa bisogna fare?

La terapia migliore contro questi parassiti intestinali è quella di accorgersi nel più breve tempo possibile della loro presenza.
I danni che possono provocare a livello della mucosa intestinale possono essere molto gravi.
Se esistono delle terapie specifiche, come farmaci contro alcuni parassiti, è anche vero che è fondamentale una terapia di sostegno contro la grave disidratazione che si può instaurare a causa della diarrea, soprattutto nei giovanissimi.

Inoltre, se l’infestazione si presenta all’interno di una cucciolata intera anche la disinfezione dei locali con sostanza a base di Clorexidina Cloridrato, la rimozione delle feci nel più breve tempo possibile ed anche la pulizia del manto del cucciolo con lozioni disinfettanti, possono aiutare.
Il trattamento dovrà essere fatto su tutti i soggetti a prescindere dalla presenza o meno del parassita nelle feci.

La maggior parte delle forme cellulari, sono sensibili agli ambienti asciutti. Ecco perché quindi sarà importante, dopo la disinfezione, lasciare asciugare perfettamente le pareti e le attrezzature utilizzate.
Ciononostante, la resistenza dei protozoi non consente la totale eliminazione del problema.

Ma i coccidi si trasmettono all’uomo? La questione Toxoplasmosi nel gatto.

Il Toxoplasma Gondii è il protozoo responsabile della Toxoplasmosi, una zoonosi particolarmente importante soprattutto per le donne in gravidanza, che non sono mai venute a contatto con il protozoo, prima della gestazione.

Il gatto si infesta come per gli altri coccidi attraverso l’ingestione di cisti dai tessuti (predazione di uccelli, roditori) e più raramente attraverso l’ingestione di materiale fetale, carni crude o poco cotte.
All’interno dell’intestino il Toxoplasma si replica e si riproduce uscendo in grande quantità con le feci nell’ambiente esterno per un numero di giorni limitato (dopo la prima infestazione).
A meno che il gatto non perda le sue difese immunitarie, nonostante il protozoo rimanga all’interno, non riesce più a replicarsi e quindi non viene più espulso.

La malattia nel gatto è molto rara ed avviene praticamente solo in caso di immunosoppressione del soggetto.
La diagnosi si effettua attraverso esami del sangue per la rilevazione di anticorpi, in quanto il rilascio di oocisti è molto limitata nel tempo.

Il problema per la donna quindi nasce se non è mai venuta a contatto con il parassita ed è in cinta.
Il parassita può penetrare all’interno del feto e depositarsi a livello oculare o del sistema nervoso.
In questo caso, potrebbe venire in contatto con il Toxoplasma attraverso queste vie:

  • assunzione di carne cruda o poco cotta infetta
  • assunzione di spore dall’ambiente contaminato
  • assunzione di acqua contaminata
  • assunzione accidentale di terriccio contaminato da feci.

Le norme igieniche più importanti quindi sono quelle del buon senso: pulire le lettiere dei gatti almeno una volta al giorno, in modo che le oocisti (eventualmente espulse dal gatto) non abbiano il tempo di diventare infestanti, lavare le mani spesso quando si maneggiano gli animali.

E’ importante ricordare che questi accorgimenti sono esclusivi delle donne a rischio e che i gatti di casa, non costituiscono un focolaio di infezione, soprattutto se non sono soliti fare predazione.

analisi laboratorio sant'anna

Ed allora cosa ha fatto Tabata?

Per prima cosa Tabata ha fatto il Toxo-test per verificare se è già venuta in contatto con il Toxoplasma (si, è già venuta in contatto non è quindi a rischio ed è più tranquilla perché in preventivo c’è anche di allargare la famiglia).

Ha fatto fare un controllo di Tom e Jerry, come fa sempre ogni anno, per verificare il loro stato di salute.
Accertato che stanno bene, cercherà un cucciolo di cane o gatto (non ha ancora deciso), attenderà il momento giusto per portarlo a casa e lo amerà esattamente come ha fatto per Tom e Jerry.

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