L’alimentazione del cane con calcoli renali e cistite

alimentazione del cane con calcoli e cistite titolo (1)

Le patologie dell’apparato urinario sono piuttosto frequenti nel cane e spesso sono causate da alimentazione non corretta.
Le più frequenti sono la formazione di calcoli urinari che spesso provocano infiammazioni della vescica, a volte molto invalidanti, con presenza di sangue nelle urine: le cistiti.

Alimentazione del cane e affezioni urinarie.

Una delle più frequenti malattie dell’apparato urinario è la calcolosi renale. Le cause sono molteplici, ma le più frequenti sono da ricercare in diete non corretta, con alimenti di scarsa qualità, soprattutto commerciale secco.

La presenza di calcoli porta a diverse complicanze, tra cui una infiammazione della vescica che, per la presenza di cristalli o sabbia al suo interno, va incontro a problemi noti con il nome di cistite.

Calcoli nel cane: il ruolo dell’alimentazione

L’urolitiasi o calcolosi è un disturbo ormai comune delle vie urinarie dei nostri animali domestici.
Possono essere di varia natura e causare danni anche severi ai reni e a tutto l’apparato urinario.

L’alimentazione, può aiutare sia a prevenire il problema che a velocizzare la guarigione.

I calcoli si formano in maniera apparentemente imprevedibile e questo indica che vi sono fattori sia fisiologici che patologici che concorrono alla malattia.

Quindi, l’individuazione dei calcoli e della loro natura è solo il primo passo del processo sia diagnostico che di guarigione.
La conoscenza del cibo con cui è stato alimentato il paziente può aiutare a capire almeno in parte l’eziopatogenesi (cioè la causa ed il perché) della malattia.

Il sistema urinario è progettato per smaltire i rifiuti in forma solubile, ma vi sono alcuni prodotti di scarto che sono scarsamente solubili e in opportune condizioni precipitano per formare cristalli.
Questi cristalli possono ancora essere escreti se molto piccoli, ma se le condizioni persistono possono formare masse sempre più grosse fino a creare conglomerati tanto grandi da poter creare sintomatologia.

La classificazione degli uroliti viene fatta in base alla loro composizione minerale e alla forma.

Ogni tipo di calcolo deve essere gestito in modo specifico attraverso una alimentazione mirata alla dissoluzione dei calcoli stessi (qualora si possibile farlo) con scelta mirata di alimenti.
Valutati poi i risultati si può ritornare ad una alimentazione normale.
Vediamo quindi le indicazioni per ognuno.

Calcoli di ossalato di calcio: cause alimentari nel cane.

Lo svilupparsi di questi calcoli è comune nei cani e nei gatti che sono nutriti con gli stessi alimenti dell’uomo.

Non intendo i singoli ingredienti, ma proprio i resti dei pasti.

In particolare uno studio epidemiologico effettuato presso il Minnesota Urolith Center supporta una associazione tra il consumo di dolci ad uso umano e la formazione di questo tipo di calcoli.
Anche l’alto contenuto di sodio di alcuni alimenti commerciali per animali da compagnia può favorirne la comparsa, perché il consumo elevato di sodio favorisce la ipercalciuria.
Oltre all’eccesso di sodio, anche quella di magnesio e vitamina D può essere un fattore di rischio come anche un eccesso di vitamina C, che è un precursore dell’ossalato.

La riduzione di calcio e di ossalato nella dieta potrebbe essere di aiuto almeno durante la terapia ma la messa in pratica di questo metodo è molto pericoloso.

Infatti la riduzione dell’assunzione di calcio può far aumentare la disponibilità di acido ossalico.

Quindi la riduzione del calcio nella dieta deve essere controllata e abbinata anche ad una riduzione dell’acido ossalico (proveniente da bietole e spinaci ad esempio).

Considerando che le recidive di questo tipo di calcoli è del 50%, la dieta preventiva in questi cani risulta davvero molto importante.

In questo senso sarà fondamentale fare una attenta valutazione dello stato di salute del cane, per capire se l’ipercalcemia non sia dovuta a sindromi metaboliche.

Prevenzione della formazione di calcoli di ossalati.

La prevenzione con la dieta comprende:

  • ridurre la concentrazione di calcio e ossalato  nelle urine,
  • ridurre la concentrazione delle urine, quindi aumentando la quantità d’acqua assunta.
    I cani che consumano alimenti commerciali secchi sono quindi a maggior rischio di urolitiasi rispetto a quelli che consumano umido o naturale.
    In questo caso è sicuramente auspicabile un cambio di alimentazione.
  • Anche un eccesso proteico è da evitare, soprattutto se si alimentano con proteine di scarsa qualità.

Quindi per riassumere è consigliabile un aumento dell’apporto idrico, moderare la quantità di calcio, ossalato e sodio, evitare integratori di vit. C e D.

alimentazione casalinga con problemi renali (1)

Grazie Debora Necchi!

Calcoli di fosfato di calcio: il ruolo della dieta nel cane.

Anche i calcoli da fosfato di Calcio, sono difficilmente risolvibili attraverso dissoluzione medica, e la loro rimozione chirurgica viene fatta, quando necessaria.
La dieta per evitare le recidive è simile a quella sopra descritta per l’ossalato di Calcio.

  • Anche in questo caso l’apporto idrico deve essere aumentato,
  • ridurre la sovrasaturazione (la esagerata presenza che porta alla formazione di cristalli) di fosfato di calcio nelle urine.
  • Può risultare utile aumentare le fibre nella dieta per ridurre sia l’assorbimento intestinale che l’escrezione urinaria di calcio.
  • Evitare cibi ricchi di sodio, l’integrazione con la vitamina D e C.

Calcoli di cistina: quale dieta somministrare al cane?

I calcoli di cistina possono essere puri (per la maggior parte) o presenti insieme a quelli di urato di ammonio, ossalato di calcio o silice.

Uno studio in vitro dimostra che la cistina può essere promotore della crescita e dell’aggregazione dei cristalli di ossalato di calcio.

La cistina viene assorbita durante la digestione a livello intestinale e poi nel rene.
La solubilità nelle urine è dipendente dal valore del ph di queste ultime.
E’ insolubile nelle urine acide (quindi forma calcoli) e diventa più solubile nelle urine alcaline.

La cistinuria e la conseguente formazione dei calcoli, è un errore congenito del metabolismo, dovuto ad un assorbimento alterato degli amminoacidi bibasici, tra cui la cistina.
La mutazione viene trasmessa con un modello recessivo semplice autosomico.

E’ una alterazione presente sia nell’intestino che nel rene.

Mentre il difetto intestinale di assorbimento viene considerato innocuo, in quanto tutti questi amminoacidi sono considerati non essenziali e comunque le forme bibasiche sono assorbite almeno in parte, il malfunzionamento a livello renale ha delle conseguenze.

La recidiva dei calcoli da cistina, è particolarmente frequente, tanto che il problema si manifesta nella maggior parte dei soggetti entro 12 mesi dalla rimozione chirurgica, proprio per la componente genetica che ne causa la formazione.

La dieta preventiva deve essere modulata in modo da riuscire ad alzare il Ph delle urine, che però non dovranno mai andare sopra a valori 6.5 – 7 come al solito un aumento dell’acqua, ed una diminuzione dell’apporto di cisteina e metionina.

E’ una dieta da far prescrivere e da seguire in modo molto rigoroso, in quanto una restrizione di tali amminoacidi, può portare a carenze proteiche che possono sfociare in patologie cardiache anche gravi.

Dieta per prevenire la struvite.

La struvite è sensibile ad una urina basica.

La dieta dovrà quindi essere mirata a diminuire questo parametro e dovrà avere una bassa concentrazione di magnesio, per prevenire i suoi precursori (Struvite = Magnesio Ammonio Fosfato).

L’ elevato contenuto di acqua è una condizione sempre fondamentale in tutte le diete contro i calcoli.

La struvite si può avere anche in caso di dismetabolismo intestinale in cui una parte dei batteri ureasi positivi proliferano e hanno il sopravvento per poi trasferirsi dal colon all’uretra e causare l’infezione.

Pertanto è importante mantenere in salute la flora batterica e dare cibo altamente digeribile.

alimentazione nel cane con problemi renali

Dieta per prevenire l’urolitiasi da urati

Questi calcoli sono tipici della razza Dalmata che hanno un difetto genetico che non consente di degradare gli acidi urici.

In questi soggetti sarà fondamentale una alimentazione con basse concentrazioni di purina (pesce ed organi ghiandolari ne sono ricchi), oltre al tentativo di aumentare il ph  delle urine grazie alla somministrazione di proteine solo di alta qualità (quindi fresche e di origine animale, maggiormente digeribili per i cani).

Come sempre è utile il maggior apporto di acqua.

Non tutti i Dalmata necessitano di questa dieta, ma solo quelli che presentano il problema!

Inoltre anche i Bulldog hanno evidenziato una simile incidenza di recidiva in caso di calcoli urati a predisposizione famigliare.

Considerando che nella maggior parte dei casi, quando un cane ha calcoli, presenta anche infiammazione della vescica, ho ritenuto utile inserire qui le indicazioni dietetiche per questa malattia.

Cistite nel cane.

La cistite è una infiammazione della vescica urinaria le cui cause possono essere diverse:

  • infezioni batteriche,
  • calcoli alla vescica,
  • tumori e polipi,
  • anatomia anormale ed altri.

Quando vi è la presenza di cistite ma senza infezione batterica si parla di cistite sterile.

I segni clinici più comuni sono:

  • il sangue nelle urine,
  • dolore forte durante la minzione,
  • sforzo nell’urinare,
  • minzione frequente con piccola quantità di urina prodotta.

(Se vuoi approfondire ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo).

Il ruolo della dieta nel trattamento della cistite nel cane

Il trattamento d’elezione nella cistite del cane è certamente quello antibiotico, ma questa unica soluzione a volte non è sufficiente.
La necessità di effettuare un cambio di dieta, se questa non è stata fatta in modo adeguato ed ha quindi potuto provocare la malattia, risulta essere uno passo obbligatorio al fine di prevenire recidive.

Oltre alle terapie prescritte dal veterinario ci sono alcuni accorgimenti che possono essere adottati per evitare ricadute e per coadiuvare la terapia stessa.

Il punto fondamentale è aumentare l’apporto idrico, quindi la quantità di acqua ingerita dall’animale.

Se il cane mangia casalingo o umido basterà rendere il cibo più liquido, se mangia cibo secco allora bisogna inumidire le crocche con dell’acqua o del brodo leggero senza sale ne glutammato.

In realtà in caso di cistite o predisposizione alla stessa bisognerebbe escludere il cibo secco per orientarsi verso una alimentazione ricca in acqua.

La funzione dell’acqua in caso di cistite: a cosa serve?

L’acqua serve ad aumentare il volume di urina per pulire meglio la vescica, inoltre aiuta anche a mantenere sani i reni.

E’ sconsigliato somministrare sale per aumentare la sete, soprattutto in soggetti con problemi renali, visto che questa pratica potrebbe aumentare la pressione arteriosa, già innalzata per la malattia, in caso di insufficienza renale ad esempio, patologia che affronteremo dal punto di vista alimentare in un prossimo articolo.

nsufficienza renale cane anziano (1)

Il mio cane ha la cistite: devo cambiare alimentazione?

La risposta è “dipende” dal tipo di alimentazione a cui il cane è sottoposto.

Se c’è stata una dieta bilanciata, sana e con nutrienti provenienti da proteine di alta qualità, non ci sarà necessità di fare cambiamenti.
La dieta quindi dovrà essere modificata solo ed esclusivamente se questa non è stata, fino ad allora, fatta in modo corretto.
Diete commerciali di scarsa qualità secche o umide vanno sostituite con una dieta di alta qualità, preferibilmente casalinga, che ha il vantaggio di essere personalizzata sulle esigenze del paziente.

Potrà inoltre essere integrata con acidi grassi essenziali utili nella riduzione dell’infiammazione generale, Omega 3 e 6, ma sempre somministrati sotto prescrizione medica e/o del nutrizionista.

Un ultimo consiglio: il trattamento antibiotico in caso di cistite è assolutamente consigliato e necessario il più delle volte.
Questo però può provocare un danno a livello della microflora batterica intestinale.
Per questo motivo, sarà molto utile durante questi trattamenti, integrare l’alimentazione con fermenti lattici (probiotici e prebiotici), che la ripristinino.
L’integrazione dovrebbe proseguire anche dopo la fine della terapia antibiotica, per almeno qualche settimana.

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