Alimentazione corretta del gatto: ecco i miei segreti
Il gatto è l’animale domestico più selvatico e che si è peggio adattato alla vita in casa insieme all’uomo.
Anche dal punto di vista digestivo è rimasto un carnivoro stretto, un animale cioè che non digerisce e trasformare i carboidrati di origine vegetale a suo vantaggio.
Ecco perché è così importante alimentarlo nel modo corretto.
In questo articolo quindi vorrei svelarti qualche segreto sul mondo dell’alimentazione del tuo gatto di casa. Dai allora, prendi appunti!
Alimentazione corretta del gatto
Il gatto è un piccolo leone. Un felino indipendente e abitudinario che ha, nel sangue il desiderio selvaggio di cacciare, predare i suoi pasti e difendere il proprio territorio esattamente come se fosse nella natura incontaminata.
E’ un carnivoro stretto, nel senso che ha una limitata capacità di regolare il metabolismo degli amminoacidi (la base, i mattoncini che formano le proteine) e quindi ne ha bisogno in grande quantità per mantenersi, molto più dei cani.
In pratica, mentre il cane se assume anche alimenti di origine vegetale, riesce a sintetizzare gli amminoacidi essenziali per la produzione di proteine compensando quindi, la eventuale carenza di queste sostanze a partire dai componenti di origine non animale, il gatto non può farlo.
Dunque la sua alimentazione deve avere una percentuale di carne molto maggiore rispetto al cane.
In particolare il gatto non sintetizza da solo:
- la niacina (che i cani sintetizzano dal triptofano presente nei vegetali),
- la vitamina A dal carotene,
- la taurina dalla cisteina,
- tra gli acidi grassi, non può trasformare l’acido linoleico in acido arachidonico.
Ciò significa che queste sostanze devono essere aggiunte in caso di somministrazione di alimenti che non ne contengono a sufficienza.
Nel cibo commerciale, vengono aggiunte delle integrazioni sintetiche di queste sostanze.
A riprova delle preferenze del gatto e della sua capacità di autoregolarsi nella scelta delle percentuali di macronutrienti, della quantità di cibo da assumere in base alla densità energetica e alla consistenza, è stato effettuato uno studio.
Ai gatti è stata data la possibilità di scegliere tra miscele di cibo commerciale secco e umido, in tempi diversi e a percentuali differenti.
Lo studio concludeva che i gatti hanno preferito cibo umido, con percentuale di carboidrati inferiore (nonostante il cibo somministrato non ne avesse meno del 26%) e tra questi, sceglievano quelle che avevano una minor componente in carboidrati.
Il gatto quindi se potesse scegliere, cercherebbe di alimentarsi con un profilo energetico più simile a quello utilizzato dal gatto selvatico, avendo mantenuto la capacità di assumere in modo selettivo i macro-nutrienti (cioè proteine, grassi e carboidrati).
Cosa mangia un gatto in natura?
Il gatto, si nutre di tanti piccoli pasti, topolini, uccellini, insetti, lucertole.
Nel suo ambiente naturale, non consuma carboidrati se non quelli che trova nelle interiora degli animali che cattura, quindi mangia molta carne magra e organi con molta acqua alimentare, un livello moderato di grassi e circa l’1-2 % di carboidrati.
Il suo apparato digerente, consiste in uno stomaco piccolo e piuttosto rigido, poco elastico.
Al contrario del cane che invece può assumere grandi quantità di cibo tutte insieme, grazie ad una notevole elasticità della parete gastrica che gli consente di espandersi e digerire pian piano il suo contenuto, quello del gatto è fatto per ricevere poche calorie alla volta (quelle di un topolino ad esempio, circa 30 k/cal).
In natura, interrompere il pasto se vede una preda, per cacciare ancora e stivarle per poi godersele con calma, durante la giornata.
Fa dai 12 ai 20 pasti giornalieri, distribuiti lungo le 24 ore, per arrivare a coprire il suo fabbisogno energetico.
E’ il motivo per cui, se ha accesso all’esterno, ama portarti le sue prede, ancora vive.
E’ un allenamento per lui, un modo per tenersi sempre in forma per quando (non si sa mai) potrebbe non avere più cibo disponibile, non riuscendo a stoccarlo nello stomaco.
E’ un predatore che si è evoluto soprattutto in zone aride o semi-aride.
Questo gli ha concesso una capacità spiccata (fisiologica) di concentrare le urine. Non spreca nemmeno un goccio d’acqua derivante dalle sue prede, che ne contengono una proporzione di 1,5/2 ml per grammo di sostanza secca.
In pratica il gatto non ha l’istinto della sete, o meglio: la sua sete non aumenta se la quantità di acqua assunta non è sufficiente.
Ciò significa che il gatto deve assumere con il pasto la corretta quantità di acqua che gli è necessaria, altrimenti andrà più facilmente incontro a problemi come cistiti ed urolitiasi.
Alimentazione corretta del gatto: il commerciale? meglio umido.
Considerando che il gatto casalingo non ha la possibilità di uscire ed alimentarsi da solo e che però allo stesso modo, mal si adatta alla vita di casa, dobbiamo cercare di rispettarne il più possibile le caratteristiche.
I cibi commerciali secchi, spesso non hanno le caratteristiche adatte a mantenerli in salute per lungo tempo, perché hanno concentrazione di carboidrati e grassi troppo alte, una quantità e qualità di proteine troppo basse.
Inoltre, con questo tipo di dieta, il gatto non riesce ad autoregolarsi nelle quantità, avendo quindi la tendenza a sovralimentarsi, tendendo più facilmente all’obesità.
I cibi di alta qualità umidi per gatti devono essere scelti con grande cura, avendo quindi competenza nel leggere le loro etichette e caratteristiche nutrizionali.
Sono comunque da preferire avendo una percentuale di acqua decisamente superiore al secco.

Fabiana Filippone e il suo micio che mangia carne!
Alimentazione casalinga, l’ideale per i gatti
Quali caratteristiche dovrebbe avere il cibo per gatti?
Il gatto ama alimenti con consistenza particolare che dovrebbe essere il più possibile vicino alle prede.
Le sue preferenze (dimostrate a alcuni studi) sono cibi con:
- temperatura caldo tiepida, di 37°-38° C circa,
- non appiccicosi (quindi non ama la carne di pollo cruda non freschissima),
- con una percentuale di grassi di circa il 25%,
- con una percentuale alta di acqua.
Inoltre preferisce il sapore delle proteine del muscolo. E’ indifferente allo zucchero, mentre non ama il sapore amaro (il glutammato lo infastidisce) o con troppi vegetali.
La dieta naturale per gatti: quali percentuali?
La dieta naturale prende in considerazione il fatto che il gatto sia un carnivoro stretto e dunque necessita:
- di un 80% di carne
- 10% di ossa polpose
- 8-10% di organi: cuore, polmoni, fegato ecc.
Gli integratori sono solo di origine naturale e sono necessari in bassa quantità, soprattutto per quanti riguarda gli acidi grassi Omega 3 e 6.
La taurina, amminoacido essenziale nella dieta del gatto, la cui carenza può portare a morte dell’animale, viene assunta se c’è una giusta percentuale di carne e dunque non è da integrare, in questa situazione.
Le ossa debbono essere polpose, rigorosamente CRUDE.
Sono considerate ossa polpose ad esempio le carcasse, ali, colli e zampe di pollame e volatili.
Le carni che si possono utilizzare senza problema sono ad esempio, il tacchino, il manzo, agnello, pollo e in generale i volatili ecc.
Anche il pesce può essere utilizzato: merluzzo, nasello, sardina, alice, sgombro, ecc.
Anche le uova sono ottime, di tutti i tipi: quaglia, tacchino, gallina etc.
I latticini: yogurt intero e senza zucchero e Kefir, sono ottimi alimenti da somministrare insieme al cibo come fonte integrativa di calcio, ma solo se siete sicuri che il vostro gatto non sia intollerante al lattosio.
Questi alimenti, inoltre agiscono come antibiotici naturali per la flora batterica intestinale patogena del micio, stimola la flora fermentativa a danno della putrefattiva (dannosa).
Le verdure nella dieta del gatto, entrano in piccola quantità. Quelle ammesse e preferite sono:
- insalatine,
- zucca,
- zucchina,
- finocchi,
- carote.
Il modo migliore per somministrarle è quello di darle cotte, oppure crude frullate.
Snack per gatti
Per far sgranocchiare il tuo gatto e per mantenere in salute anche la sua dentatura, puoi utilizzare degli snack sani, che possono essere:
- pesci essiccati;
- trippa verde secca;
- strisce di carne;
- zampe di gallina;
- orecchiette di maiale.
Questi non contengono zuccheri e non essendo appiccicosi, contribuiscono a mantenere pulita la dentatura.
Il passaggio da dieta commerciale a dieta casalinga: come fare?
Di seguito alcuni consigli su come poter passare dalla dieta commerciale alla dieta casalinga, soprattutto considerando che il micio è animale molto abitudinario e che quindi potrebbe far fatica ad abituarsi al nuovo regime alimentare.

La miciofamily di Ilaria Andreatta
Per passare quindi dalla dieta commerciale alla fresca, dovrai per prima cosa fare le cose gradualmente, soprattutto se devi passare da solo secco a fresco.
In questo caso il passaggio dovrà essere a step: da secco a umido e da umido a fresco.
I consigli sono quindi quelli di:
- non lasciare più a disposizione il pasto secco, ma cominciare a dare ad intervalli regolari e sempre alla stessa ora, il cibo umido sostituendolo al secco; (potete al limite lasciarlo durante la notte)
- se il gatto è abituato ad avere sempre il secco a disposizione, toglierlo almeno un paio di ore prima di presentare il nuovo cibo; ricordarti che il passaggio deve comunque essere molto graduale;
- quando sei riuscito a passare all’umido, comincia a somministrare tre o quattro volte al giorno, carne a pezzetti all’interno dell’umido;
- gradualmente poi, puoi ridurre l’umido a favore della carne fresca.
Puoi utilizzare gli snack essiccati per la notte, magari nascondendoli in luoghi di passaggio del gatto, in modo da stimolare anche il suo istinto di cacciatore e se sei fuori casa per tante ore e non riesci a dargli più di due pasti al giorno, potrai ridurre le dosi del mattino e sera e lasciargli qualche snack in più durante la giornata.
Ricorda inoltre che il gatto ha bisogno di muoversi e che l’arricchimento ambientale, con ponti, torrette e mensole per gatti, possono essere davvero utili al mantenimento della loro salute, prevenendo soprattutto patologie da stress.
Infine un ultimo consiglio: se ancora non l’hai fatto valuta la possibilità di attivare una assicurazione malattia e infortunio Tippet (Powered by Marsh).
Per maggiori informazioni:
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Bene. Per oggi è tutto, faremo altri articoli a tema alimentazione dei gatti!
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Bibliografia:
- Small Animal Clinical Nutrition by Michael S. Hand (Editor), Craig D. Thatcher (Editor), & 3 more Hardcover – 2010
- Applied Veterinary Clinical Nutrition Editors Andrea J. Fascetti, VMD, PhD, DACVIM, DACVN Professor Department of Molecular Biosciences School of Veterinary Medicine University of California Davis, California Sean J. Delaney, DVM, MS, DACVN Assistant Clinical Professor—Volunteer Department of Molecular Biosciences School of Veterinary Medicine University of California Davis, California Founder Davis Veterinary Medical Consulting, Inc. Davis, California Wiley-Blackwell ,212
- Nutritional Guidelines For Complete and Complementary Pet Food for Cats and Dogs FEDIAF Fédération européenne de l’industrie des aliments pour animaux familiers The European Pet Food Industry Federation